danza e yoga simbolo

Apah

Repertorio

Apah, in sanscrito sono le acque, sia terrene che celesti, il primo elemento cosmogonico con potere purificante, medicamentoso e vivificatore. Di genere e carattere femminile, sono chiamate Dee cioè Devih.
Le particolarità dell’ acqua, fa notare Raimon Pannikar nel suo commento ai Veda, è il possedere un carattere intermedio, tanto da non essere né di aria né di terra.
Sta sulla terra ma viene dal cielo; porta la vita ma può essere portatrice di distruzione. Scorre in superficie ma anche in profondità e può evaporare. Prende quindi le forme più diverse, possiede una libertà senza limiti. Assomma in sintesi il movimento dell’aria e la gravità della terra: piena vitalità. Lo stesso lo troviamo nel corpo umano con i suoi fluidi e le sue pulsazioni.
La simbologia di questo elemento in quasi tutte le tradizioni è quello del ritorno alle origini e della purificazione.

“Qualunque peccato si trovi in me
qualunque male possa io aver compiuto,
se ho mentito o giurato il falso,
o Acque, allontanatelo da me.
Ora io sono venuto a cercare le Acque.
Ora noi ci fondiamo, mescolandoci con la linfa.
Vieni a me, Agni, ricco di latte!
Vieni e arricchiscimi col tuo splendore!” RV X,9

In questi versi è il senso profondo di questo trio, scandito dalla musica del Sal puri, una danza sciamanica tradizionale coreana che significa “sciacquare via gli spiriti maligni”. Un trio che riecheggia immagini ancestrali e segni appartenuti a un lontano vissuto collettivo, per ricreare in un rituale danzato contemporaneo una sorta di trance attraverso il quale poter elaborare e esorcizzare la pesantezza della nostra storicità e della più semplice fragilità umana che ognuno porta con sé.

Apah

Con il Patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica di Lettonia presso la Repubblica Italiana

coreografia Benedetta Capanna
danzatori Benedetta Capanna, Maria Elena Curzi, Giordano Novielli
consulenza musicale Vittorio Giannelli
costumi Paola Bonesso